Loro ci sono.

Corsa dei gruppi storici dell’industria italiana per far fronte all’emergenza sanitaria

di Titta Ferraro
Wall Street Italia del 13 Aprile 2020

L’Italia nel momento di massima difficoltà, si riscopre grande principalmente nella generosità. La corsa contro il tempo per fronteggiare un’emergenza sanitaria del tutto imprevedibile ha messo in moto un vero e proprio esercito di grandi donatori. I big dell’industria italiana hanno risposto presente percependo sin da subito le criticità a cui stava andando incontro il paese. Una miriade di iniziative e donazioni stanno attraversando lo Stivale con grandi aziende, banche e imprenditori in prima persona che hanno attivato un circolo virtuoso, andando virtualmente ad affiancarsi allo Stato nella battaglia per sconfiggere Covid-19. Tutto ciò nonostante la crisi economica che scaturita dall’epidemia andrà a toccare profondamente le maggiori realtà imprenditoriali del paese. Impossibile citare tutte le iniziative messe in campo nell’ultimo mese e mezzo e non ha senso neanche stilare una classifica che vada a “pesare” i vari interventi, perché il valore aggiunto sta nella capillarità della risposta davanti a una crisi senza precedenti. Tutti hanno fatto la loro parte, con le storiche famiglie italiane – dai Ferrero ai Benetton, passando per Berlusconi e gli Agnelli – che hanno mobilitato risorse importanti. La famiglia Agnelli – fortemente impattata dalla crisi con stop produttivi per le varie Fca, Ferrari e Cnh – non si è tirata indietro donando tramite la sua holding Exor, insieme alle sue società controllate, una somma di 10 milioni di euro a beneficio del Dipartimento della Protezione civile. L’impegno del gruppo è andato anche a iniziative produttive. Il ceo di Fca, Mike Manley, ha infatti deciso la riconversione momentanea di un impianto asiatico del gruppo per produrre oltre 1 milione di mascherine al mese. In aggiunta il colosso auto, con il supporto della holding Exor e di Ferrari, ha stretto una collaborazione con Siare Engineering di Valsamoggia (Bologna), iniziando a costruire nello stabilimento di Cento delle elettrovalvole, ossia il “cuore” pulsante dei ventilatori polmonari, essenziali per fronteggiare i casi più gravi di Covid-19 in Italia e in altri paesi. L’obiettivo è aiutare Siare a triplicare la produzione mensile. Restando nel bacino delle storiche imprese piemontesi, la famiglia Ferrero ha stanziato una donazione da 10 milioni di euro che sarà devoluta alla struttura commissariale nazionale di emergenza presieduta da Domenico Arcuri. Il Gruppo Lavazza – che ha anche deciso di corrispondere un bonus ai propri dipendenti (il gruppo continua a produrre facendo parte della filiera alimentare essenziale) – ha stanziato 10 milioni per finanziare tre differenti progetti nel territorio piemontese di sostegno a sanità, scuola e fasce deboli. La Lombardia è senza dubbio la regione più colpita dal virus e non mancano gli imprenditori del luogo che hanno dato un concreto contributo. Silvio Berlusconi ha donato alla Regione Lombardia 10 milioni di euro per la realizzazione del reparto di 400 posti di terapia intensiva alla Fiera di Milano (o, eventualmente, per altre emergenze); Giuseppe Caprotti, primogenito del fondatore di Esselunga, ha attivato un fondo da 10 milioni di euro destinato alle categorie più deboli e che sarà gestito dalla Regione Lombardia e dal Comune di Milano. Stesso ammontare da parte di Leonardo Del Vecchio, patron di Luxottica, per i respiratori all’Ospedale Fiera di Milano. “Essere grandi vuol dire farsi carico di grandi responsabilità verso le persone ma anche verso tutte le aziende del mercato”, ha rimarcato il magnate dell’occhialeria che attraverso la sua Fondazione e la famiglia ha in mente altre iniziative da portare avanti “con discrezione”. In prima fila anche la famiglia Benetton, anch’essa fortemente impattata dal lockdown, che ha fortemente impattato sul traffico della rete autostradale e sul business di Autogrill. Attraverso la holding di famiglia Edizione srl sono stati stanziati 3 milioni di euro per sostenere i progetti e le necessità urgenti di quattro istituti ospedalieri (Ca’ Foncello di Treviso, Luigi Sacco di Milano, Lazzaro Spallanzani e policlinico Agostino Gemelli di Roma). Il gruppo Barilla, invece, ha donato oltre due milioni di euro all’azienda ospedaliero-universitaria di Parma. Grandi gruppi in azione. Anche dalle public company dietro le quali non c’è una grande famiglia sono arrivati segnali di forte impegno nel fronteggiare l’emergenza. Enel, la più grande società italiana per capitalizzazione su Borsa Italiana, ha stanziato 23 milioni attraverso la onlus Enel Cuore per sostenere le attività di ospedali e del servizio sanitario, della Protezione civile e del terzo settore. “Siamo una multinazionale con forti radici nel territorio che fa della sostenibilità – ha sottolineato la presidente di Enel, Patrizia Grieco – l’architrave della propria strategia ed è perciò del tutto naturale, ma al contempo doveroso, aiutare i territori dove operiamo e le comunità con cui lavoriamo ogni giorno”. Eni ha invece stanziato 30 milioni per iniziative in campo medico e sociale. Impegno importante anche quello di Pirelli e del suo storico amministratore delegato, > Marco Tronchetti Provera. In collaborazione con China Construction Bank, il gruppo della Bicocca ha donato 65 dispositivi per la ventilazione assistita, 5 mila tute per utilizzo sanitario e 20 mila mascherine alla Regione Lombardia. I dipendenti del gruppo in Italia hanno donato 7.000 ore di lavoro per supportare l’ospedale Sacco, per un controvalore pari a circa 220.000 euro che sarà raddoppiato da Pirelli. Considerando anche quanto messo in campo da Camfin e dalla Fondazione Silvio Tronchetti Provera, si arriva a 750.000 euro. Coinvolgimento dei dipendenti anche da parte di Terna. Il gestore della rete elettrica nazionale ha lanciato, all’unisono con le organizzazioni sindacali confederali, un’iniziativa che prevede la donazione di un’ora della propria retribuzione da parte degli oltre 4 mila dipendenti della società, per il potenziamento delle strutture di terapia intensiva del Ssn e per l’acquisto di dispositivi di protezione personale. Non sono mancate le iniziative originali come quella di T i m che, in collaborazione con il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria – Ministero di Grazia e Giustizia, ha donato 1.600 cellulari e altrettante sim agli istituti penitenziari italiani, per sostenere e avvicinare i detenuti ai propri familiari in questo periodo di lontananza forzata. Da segnalare anche l’assegno da 10 milioni di euro del gruppo Moncler per la realizzazione dell’ospedale che sorgerà nei pressi dell’ex Fiera di Milano. S n a m ha stanziato ben 20 milioni di euro per iniziative a favore del Ssn e a fine marzo sono atterrati a Malpensa i primi 250 ventilatori polmonari e le 600mila mascherine ordinati dalla Cina. In prima fila anche le maggiori banche italiane. Intesa Sanpaolo, oltre all’attività a sostegno delle imprese con la messa a disposizione di un plafond da complessivi 15 miliardi di euro (pari all’1% del Pil) a sostegno delle Pmi, è molto attiva sul fronte donazioni e al 1° aprile aveva già definito una serie di interventi a contrasto dell’emergenza coronavirus per la destinazione di 80 dei 100 milioni di euro donati dal gruppo alla sanità nazionale. In accordo con il commissario straordinario Domenico Arcuri e con Angelo Borrelli a nome della Protezione civile, la banca ha destinato 53,5 milioni di euro per l’acquisto di apparecchiature mediche e di altro materiale medicale: ventilatori, caschi, respiratori, mascherine, guanti, tute. “Siamo molto soddisfatti di come, in un arco temporale molto limitato, una stretta collaborazione o meglio una vera partnership, sia stata in grado di attivare una serie significativa di interventi e portare concreti benefici sull’intero territorio nazionale. In tempi altrettanto rapidi definiremo nuove e importanti misure” ha detto il ceo di Intesa Sanpaolo Carlo Messina che in prima persona ha destinato un milione di euro del bonus riconosciutogli dal sistema incentivante 2019 per donazioni a sostegno di specifiche iniziative sanitarie. Con lui altri 21 top manager della banca a suo diretto riporto destineranno ad analoghe donazioni complessivamente circa 5 milioni di euro dei rispettivi bonus. A sua volta il Cda della banca contribuirà con una propria specifica donazione. Per l’emergenza il maggior gruppo italiano sfrutterà anche parte del Fondo di beneficenza ed opere di carattere sociale e culturale. In prima fila anche Unicredit che ha lanciato una raccolta fondi tra i propri dipendenti per supportare tre ospedali italiani particolarmente coinvolti nell’emergenza (lo Spallanzani di Roma, il Luigi Sacco di Milano e la Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia). Per ogni euro donato dai dipendenti, Unicredit Foundation ne aggiungerà 10, fino a un massimo di 1 milione di euro. Unicredit si è mossa anche a supporto della Croce Rossa Italiana con una donazione di 360 mila euro per l’acquisto di mascherine, materiale sanitario e dispositivi medici. Inoltre il ceo Jean Pierre Mustier e tutto il top management dell’istituto di piazza Gae Aulenti ha rinunciato all’intero bonus 2020 con l’importo equivalente che sarà devoluto a Unicredit Foundation per sostenere iniziative sociali. Le iniziative da parte del mondo bancario sono state innumerevoli nelle ultime settimane. Ubi Banca a inizio aprile ha varato ‘Rilancio Italia’, un programma integrato mirato ad aiutare imprese, famiglie, individui e terzo settore per massimi 10 miliardi di euro. Banco Bpm ha stanziato un plafond di 3 miliardi di euro cui potranno aderire aziende appartenenti a tutti i settori di attività economica, senza limiti dimensionali di fatturato, e operatori del terzo settore. Il gruppo Crédit Agricole Italia ha stanziato oltre 2 milioni di euro, di cui 1 milione alla Croce Rossa Italia per l’allestimento di un ospedale da campo, a cui si aggiunge anche l’iniziativa “Il Tempo della Gentilezza” che attraverso il portale CrowdForLife raccoglierà fondi per la consegna a domicilio di spesa e farmaci per le persone più fragili come over 65 e immunodepressi. Bnl gruppo Bnp Paribas, oltre a una serie di iniziative a favore delle imprese, ha donato 500mila euro alla Croce Rossa per l’approvvigionamento di dispositivi di protezione individuale; per la realizzazione di ospedali da campo, l’acquisto di apparecchiature per la sanificazione e dotazioni informatiche; per l’attività di assistenza alle fasce di popolazione più deboli, ancora più esposte in questa situazione di emergenza. Per sostenere ulteriormente questa iniziativa, è stata avviata una raccolta tra i 18mila dipendenti del gruppo in Italia. In prima fila anche il gruppo Mediobanca che ha donato con i suoi dipendenti la somma di 1,1 milioni di euro per la lotta contro il Covid-19. Inoltre, la controllata Che Banca! ha lanciato un’offerta che abbina la proposta di un tasso agevolato sui conti deposito (1% lordo per nuove linee vincolate attivate entro il 30 aprile) alla donazione di una somma equivalente all’uno per mille della liquidità raccolta con la nuova promozione. Volgendo alle assicurazioni, particolarmente attiva Unipol che ha stanziato 20 milioni di euro per andare in soccorso delle aree più colpite dall’emergenza: una buona parte della somma (6 milioni) è stata donata alla Regione Lombardia per varie iniziative tra cui quella del nuovo ospedale in Fiera Milano City e un altro milione di euro è stato devoluto per l’acquisto di una tac portatile per l’ospedale da campo allestito dagli Alpini a Bergamo e capace di ospitare circa 200 pazienti in una superficie di 6.000 metri quadrati nel padiglione B della Fiera di Bergamo. La maggiore compagnia assicurativa italiana, il gruppo Generali Assicurazioni, ha lanciato il Fondo Straordinario Internazionale, con una dotazione di 100 milioni di euro, per fare fronte all’emergenza Covid-19 a livello globale, con risorse destinate principalmente all’Italia ma anche agli altri paesi in cui Generali opera. Già il 27 marzo sono stati consegnati agli ospedali della Lombardia i primi ventilatori polmonari importati dalla Germania con un’operazione umanitaria di Hope Onlus, realizzata grazie alla donazione di Generali.