Monza e Nazareth uniti per curare i neonati.

Il San Gerardo gemellato con l’Holy Hospital in progetto la terapia intensiva neonatale.

Redazione Giornale di Monza
Giornale di Monza del 03 Ottobre 2006

L’ospedale di Nazareth e quello di Monza gemellati sotto il segno della pace e della ricerca. L’annuncio è arrivato la scorsa settimana, al termine di una visita che una delegazione dell’Holy Family Hospital della città israeliana ha compiuto presso il San Gerardo. L’accordo prevede la realizzazione di un reparto di terapia intensiva neonatale nel nosocomio nazareno, grazie all’impegno dell’associazione «Hope», e la formazione di personale medico e infermieristico specializzato, in collaborazione con i medici del Reparto di Neonatologia del San Gerardo. La Regione Lombardia ha stanziato per questo progetto 500 mila euro, inserendolo nel programma di collaborazione e sviluppo internazionale in ambito sanitario, che coinvolge altri cinque Paesi in via di sviluppo. All’azienda ospedaliera San Gerardo il compito di organizzare visite presso l’ospedale di Nazareth e di formare il personale attraverso degli stage. «Il nostro ospedale è di proprietà privata ma è accreditato dallo Stato che, tuttavia, non ci eroga alcun finanziamento – ha spiegato Masad, primario del Reparto di Ginecologia e Ostetricia dell’Holy Hospital – Visto l’alto numero dei parti che registriamo, abbiamo bisogno assoluto di ampliare il reparto a soprattutto dotarci di terapia intensiva neonatale. Con l’ospedale monzese siamo da tempo sulla stessa lunghezza d’onda». Attualmente all’ospedale di Nazareth, città di 120 mila abitanti vengono registrati quasi 2 mila parti dei quali il 15 per cento con problemi.

Per questi ultimi è necessario trasportare i piccoli in una città a 50 chilometri di distanza, poiché in ospedale mancano posti di terapia intensiva. La costruzione del nuovo reparto è finanziata dai fondi raccolti dall’associazione onlus «Hope», nata proprio per questa necessità. «Crediamo in un ospedale dove convivono differenti razze e religioni », ha detto Elena Fazzini, presidente della Onlus.