Il Premio FamigliaLavoro apre alle organizzazioni no profit.

Il Premio FamigliaLavoro, è dedicato alle iniziative e programmi di conciliazione famiglia-lavoro sviluppate dalle organizzazioni per i propri dipendenti, e si apre anche alle organizzazioni non profit.

di Sara Annoni
Il Sole 24 Ore Inserto Terzo Settore del 01 Novembre 2010

Dal 5 novembre sono aperte le iscrizioni al Premio FamigliaLavoro, terza edizione. Da quest’anno il concorso, dedicato alle iniziative e programmi di conciliazione famiglia-lavoro sviluppate dalle organizzazioni per i propri dipendenti, si apre anche alle organizzazioni non profit.

ll Premio FamigliaLavoro, nato dalla collaborazione tra Regione Lombardia e Università Cattolica-Altis, è nato da una visione lungimirante in un momento, come il 2008, in cui la Conciliazione famiglia-lavoro non era ancora un tema così centrale come, invece, oggi. Un premio in cui la forma è coerente con la sostanza: semplice e essenziale, affinché protagoniste siano le persone e il loro equilibrio tra vita privata e professione, oltre, ovviamente, alle best practice delle realtà che in Lombardia investono su questi temi, siano esse imprese, Pubbliche Amministrazioni e, da quest’anno, onp. La prima finalità del Premio FamigliaLavoro, quest’anno alla sua terza edizione, oltre a valorizzare le best practice in tema conciliazione e work-life balance, è quella di promuovere partnership territoriali per la conciliazione, mettendo a sistema attività e servizi già offerti dai vari attori economici e sociali, con l’obiettivo di creare un circolo virtuoso, produttore di energie e risorse. Quest’aspetto sarà sempre più centrale, in vista di questa terza edizione aperta, per la prima volta anche alle organizzazioni non profit. E’ possibile scaricare il bando, approfondire le esperienze e avere maggiori informazioni sul sito: www.premiofamiglialavoro.regione.lombardia.it.

Di seguito, raccontiamo tre casi diversi per argomento progettuale e soluzione messa in campo: un programma presentato da una grande azienda su iniziative per i dipendenti con figli piccoli e genitori anziani a carico; un progetto ideato da una piccola-media impresa di accompagnamento alla genitorialità; un progetto pilota di cooperazione internazionale per la realizzazione di un asilo nido all’interno di un ospedale.

Queste tre esperienze sono state, insieme a molte altre, premiate nella Seconda edizione del Premio FamigliaLavoro.

“II Castello Incantato”: progetto pilota di asilo nido aziendale dell’Ao di Desio e Vimercate

Il presidio complesso di Desio comprende un ospedale per acuti, quello di Desio, ed uno riabilitativo, di Seregno, nei quali operano 1412 dipendenti fra medici, infermieri, personale di supporto, personale amministrativo. Fra questi 1038 sono donne, di cui il 30% in età fertile.

A settembre 2009 erano 48 le gravidanze registrate presso l’Ufficio personale. Appare evidente l’impatto che queste cifre hanno sull’organizzazione del lavoro nei presidi ospedalieri e di come, essendo il personale in gran parte coinvolto in un’organizzazione lavorativa a turni, possa essere difficile la gestione familiare dei figli soprattutto nei primi anni della loro vita. L’idea della costruzione di un asilo nido all’interno dell’Ospedale di Desio, che conta ben 1241 dipendenti, nasce innanzitutto dalla richiesta del personale dipendente di avere soluzioni concrete che possano agevolare e conciliare, con modalità sostenibili, l’impegno professionale e familiare (servizio di cura dei figli assicurato, costi contenuti, vicinanza con il posto di lavoro, possibilità di ridurre i permessi ed i periodi congedo per motivi familiari). Il progetto “II Castello Incantato”, in fase di realizzazione, prevede l’implementazione di un servizio per l’infanzia d’altissimo profilo, destinato sia ai figli dei dipendenti dell’Azienda ospedaliera che agli abitanti di Desio, oltre ai bambini degenti del Reparto di Pediatria, che potranno usufruire del giardino. È stato elaborato lo studio di fattibilità e il relativo piano finanziario, identificata un’area interna alla struttura ospedaliera (in precedenza adibita al servizio di archiviazione delle cartelle cliniche) e un’area esterna incolta, rispettivamente da adibire a corpo principale dell’asilo e a parco giochi.

Questo ulteriore passo si inserisce in una strategia aziendale mirata a proporre soluzioni e iniziative concrete a favore delle persone dell’ospedale che, lavorando su turni, faticano a vivere pienamente il loro ruolo educativo di genitori e a gestire al meglio la conciliazione quotidiana degli impegni professionali con quelli familiari.

Per lo sviluppo del progetto, la Direzione Generale degli Ospedali di Vimercate, Desio, Seregno, Carate e Giussano ha incaricato Hope Onlus, organizzazione non profit operante a livello internazionale, nella tutela dell’infanzia e della famiglia, di elaborare uno studio di fattibilità per la realizzazione di un Progetto pilota di Asilo nido aziendale all’interno della struttura ospedaliera di Desio. La scelta di coinvolgere un’organizzazione non profit, con competenze specifiche in progetti sanitari e socio-educativi, al fine di creare ed implementare all’interno di una struttura pubblica un servizio sociale, nasce dalla condivisione dell’azienda ospedaliera e della stessa Hope Onlus del principio di sussidiarietà, che valorizza la centralità della persona con particolare rilievo agli aspetti educativi connessi.

Hope Onlus lavora infatti con realtà che scelgono di conciliare i bisogni di assistenza medica, mettendo al centro la dignità della persona, di chi avvia microprogetti di imprenditorialità; di chi tutela socialmente donne e bambini, supporta l’opera di chi costruisce, giorno per giorno, una pace possibile. Per la realizzazione dei progetti Hope stabilisce un rapporto armonico, positivo e privilegiato con la comunità locale nella quale interviene, al fine di favorirne il coinvolgimento attivo, ispirato ai valori di sussidiarietà, corresponsabilità e sviluppo sostenibile. Nata dall’esperienza personale di una paziente dell’Ospedale San Gerardo di Monza, Hope Onlus ha inizialmente operato per il sostegno progettuale e finanziario di un ospedale italiano, l’Holy Family Hospital di Nazareth, coinvolgendo istituzioni pubbliche, private, medici e professionisti per realizzare il Reparto di Neonatologia e Terapia Intensiva. In soli 18 mesi è riuscita a progettare, finanziare, costruire e avviare un’area ospedaliera di assoluta necessità, di cui l’ospedale era sprovvisto.

“Il Castello Incantato”, invece, affianca l’Ospedale di Desio e Vimercate, per lo sviluppo del progetto pilota di asilo nido aziendale, sostenuto dalla creazione di una solida rete di partnership territoriale, rapporti operativi e a livello tecnico, scientifico e gestionale. L’ente non profit, in accordo con la Direzione ospedaliera ha inteso coinvolgere, a vario titolo, enti ed istituzioni pubbliche quali il Comune di Desio, la neo-Provincia di Monza e Brianza, la Regione Lombardia, istituzioni accademiche quali il Politecnico di Milano, l’Università Cattolica del Sacro Cuore, l’Università Bocconi, enti bancari quali il Banco di Desio, la Fondazione Cariplo, Banca Prossima, strutture destinate al servizio all’infanzia inserite nel circuito nazionale Pan, fornitori imprenditori, artigiani, aziende produttrici del territorio limitrofo al comune di Desio e alla Brianza. La peculiarità del progetto consiste tuttavia nel prevedere, sin dalla sua ideazione, un gemellaggio fra la struttura ospedaliera di Desio e il Western Galilee Hospital, situato sul confine israelo-libanese. Hope Onlus sta implementando in entrambe le strutture ospedaliere un servizio di cura, accompagnamento alla crescita, educazione dei figli dei dipendenti.

Nell’Asilo della Pace della Nord Galilea i bambini musulmani, ebrei, cristiani, crescono insieme. Situato a 3 chilometri dal confine libanese, è un centro sanitario con oltre 2000 addetti che rappresentano i numerosi gruppi etnici e le differenti confessioni religiose presenti nell’area. Medici e pazienti sono ebrei, musulmani, cristiani. L’ospedale è il principale centro di emergenza nel nord del Paese, dotato di sistemi all’avanguardia che permettono di sopravvivere in totale autonomia per periodi prolungati, grazie all’esistenza di una struttura ospedaliera bunkerizzata sotterranea che lo protegge in caso di aggressione con armi convenzionali e non convenzionali.

All’ospedale mancava un asilo bunkerizzato per i bambini: la convivenza quotidiana con la guerra e il desiderio di costruire, per le nuove generazioni, un luogo educativo dove la diversa etnia e credo religioso non siano motivo di divisione, ma desiderio di ricerca di un metodo educativo comune, sono le ragioni alla base dell’intervento di Hope. L’Asilo della Pace sorgerà accanto all’ospedale. Professionisti italiani e locali hanno elaborato un progetto sperimentale, all’interno di una struttura eco-compatibile avente i requisiti di sicurezza indispensabili a quella difficile area.

L’asilo “Il Castello Incantato” dell’Ospedale di Desio e Vimercate e l’Asilo della Pace del Western Galilee Hospital cresceranno insieme, in un “gemellaggio di metodo” progettuale ed educativo.

Il coinvolgimento e la comunicazione del progetto si è sviluppata a due livelli: all’interno e all’esterno dell’Azienda ospedaliera. Il personale dipendente è stato coinvolto nella fase di identificazione del reale bisogno di un servizio per l’infanzia interno al luogo di lavoro, tramite un questionario d’interesse, incontri informali nel reparti ospedalieri, comunicazioni interne di vario genere. Dal questionario è emerso che numerosi dipendenti avrebbero usufruito immediatamente del servizio (oltre 30), a cui è seguita una comunicazione ufficiale sul notiziario web dell’Azienda ospedaliera, che ne ha delineato le caratteristiche generali dell’ipotesi di progetto. Un incontro collettivo fra i dipendenti ospedalieri, la Direzione generale dell’Azienda ospedaliera e l’organizzazione non profit Hope Onlus ha pienamente confermato le necessità dei dipendenti e le particolari modalità di organizzazione del servizio, per andare incontro alla tipologia di attività professionale e quindi alle difficili esigenze conciliative delle persone.

Una rappresentanza di dipendenti è stata inserita nel “Working Group” creato ad hoc, in grado di supportare i partner esterni incaricati di elaborare il progetto della struttura e il modello operativo-gestionale. Per la comunicazione esterna si è ipotizzato un piano di comunicazione locale, in grado di coinvolgere eventuali partner-fornitori a livello tecnico e di informare e sensibilizzare la popolazione del territorio. Alcuni strumenti utilizzati: una campagna stampa, alcuni eventi di raccolta fondi, il coinvolgimento di realtà già operative sul territorio nei servizi all’infanzia. I benefici per l’Azienda ospedaliera hanno una valenza diretta, quale il miglioramento della qualità e della percezione dell’ambiente di lavoro da parte del personale, l’aspettativa nei confronti di un progetto innovativo, la riduzione del numero di richieste di orario limitato, permessi e congedi per motivi di famiglia ed una valenza indiretta, quale la realizzazione di un progetto pilota replicabile in simili contesti. Hope Onlus, ha infatti costituito un Comitato scientifico, in collaborazione con alcune istituzioni accademiche che, fra le altre funzioni, sta elaborando un modello di valutazione e monitoraggio del funzionamento del servizio all’infanzia, soprattutto in relazione alle diversificate esigenze del personale dipendente. Il progetto è stato infatti elaborato con modalità tali da permetterne la replicabilità in contesti simili. In particolare, se l’ipotesi di implementazione renderà efficiente la gestione a tutti i livelli, un’area da riqualificare all’interno del nuovo Ospedale di Vimercate potrà essere oggetto di un intervento progettuale simile di nido aziendale, a servizio del personale dipendente e del territorio. Inoltre, la peculiarità internazionale del progetto, potrà essere strumentale alla costruzione di sinergie di carattere scientifico e di altro genere fra l’Ospedale di Desio e il Western Galilee Hospital israeliano.

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(BPS)
È un’iniziativa promossa da ALTIS Alta Scuola Impresa e Società dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, in collaborazione con le Banche di Credito Cooperativo Lombarde e la Regione Lombardia.
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